Iggy Pop

    Iggy Pop torna con “Every Loser” ed alla tenera età di settantacinque anni sforna il diciannovesimo capitolo della sua discografia solista. “Every Loser” è prodotto da Andrew Watt, figura che avevamo recentemente menzionato riguardo all’ ultima fatica firmata Ozzy Osbourne.

    Il giovane produttore anche qui si divide tra banco produzione, performance, arrangiamenti e scrittura. Il disco annovera una vera e propria all star di volti noti. Duff McKagan, Chad Smith, Travis Barker, Stone Gossard, Taylor Hawkins, Chris Chaney, Dave Navarro sono solo alcuni degli ospiti che partecipano a questo lavoro. 


    Ascoltando i brani uno di fila all’ altro sembra di passeggiare per una galleria che ripercorre tutta la carriera dell’ Iguana. Nonostante l’estrema varietà dei brani è possibile ricondurre ciascun pezzo ad un periodo specifico della carriera dell’ artista. Tutto questo, se ce ne fosse stato ulteriore bisogno, ci ricorda quanto eclettico e personale possa essere stato Iggy durante il suo cammino.


    Il Disco 


    Frenzy firmata anche da McKagan (GnR) e Smith (RHCP) inietta il secondo corso degli Stooges, quelli di “Ready To Die“, con la Seattle pre grunge. Strung Out Johnny aggiorna l’ Iggy wave più commerciale di Cry For Love da “Blah Blah Blah“.

    New Atlantis ripercorre vibe famigliari: Sea of Love da “Party” o Ordinary Bummer da “Zombie Birdhouse“, bello il solo alla George Harrison. Modern Day Rip-Off, un po’ Tv Eye un po’ Raw Power, è ovviamente tutta Stooges. Morning Show ripropone l’ Iggy intimista del recente “Post Punk Depression” lucidato di Beatles. The News For Andy è un breve intervallo rag time che suona immediatamente “Lust For Life“.
     
    Incursione nel punk odierno per Neo Punk, orizzonte esplorato ampiamente ai tempi con “Skull Ring“, personalmente una delle cose che a Iggy non riesce. All The Way Down accosta un andamento funk ad un’ apertura molto Stooges, il brano é firmato tra gl’ altri da Gossard (Pearl Jam).

    Comments ci porta in territori post punk e wave: un po’ “The Idiot“, un po’ “Party” funziona benissimo. My Animous Interlude è un parlato sopra ad un etereo arpeggio di chitarra che ricorda il recentissimo “Préliminaires“. The Regency si apre alla Turn Blue da “Lust For Life” per svilupparsi in un post punk tra primi Cure, primi Cult e Siouxie, notevolissima.


    Conclusioni


    Iggy Pop torna con “Every Loser” perché il rock ancora oggi ha un assoluto bisogno di artisti di questo calibro.


    Link Utili
    https://www.iggypop.com

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