Senzabenza

I Senzabenza affrontano un dilemma punk pop e lo fanno prendendosi il meglio di entrambi i mondi nel loro nuovo “Punk Pop Dilemma“. I padri, padrini e padroni del “Flower Punk Rock” stanno vivendo una vera e propria seconda giovinezza. Dopo gli ottimi “Pop From Hell” e “Godzilla Kiss!“, arriva oggi il decimo capitolo della discografia dei latinensi.

Il Disco

Corroborante, melodico, rinfrescante, il disco si sviluppa in dodici tracce. Un “punk side” ed un “pop side” per fugare ogni dubbio e superare ogni indecisione. Infatti la nuova fatica targata Senzabenza include tutto ciò che avete sempre amato di questa band espandendo il discorso verso nuovi orizzonti. Il primo lato ribadisce quanto la matrice di Hard-Ons, Dickies e Redd Kross sia ancora un’ influenza palpabile nella proposta del gruppo. Contemporaneamente l’ amore per i Beatles ed i Beach Boys della maturità artistica sprizza copioso da tutti i pori. Detto questo, nel secondo lato, la band attraversa i paesaggi sonici più disparati in totale naturalezza, trovando ancora una volta il modo di stupirci.

The Punk Side

I Buzzcocks convivono con gli Stranglers degli anni ottanta in The Lady From The Shop. Whiskey And Sorrow è tutta Dickies. Monkey On My Back ibrida con successo Beach Boys e Redd Kross. Still Loving You é veloce e uggiosa come un giro in skate sotto la pioggia, ricordandomi da vicino i Damned del “Black Album“. Il brano cita Maniac di Michael Sembello in un cambio di tempo tanto inaspettato quanto gradito. Foolish Heart accosta un’ andamento hard core ad un ritornello che sembra uscito da un disco dei Devo. La canzone, impreziosita da tappeti di tamburi alla Keith Moon, vi renderà impossibile non battere il piedino. Money, Drugs And Girls, forte di uno ska scatenato al quale aggiunge un pizzico di Rezillos, chiude al meglio il primo lato del disco.

The Pop Side

Il “Pop Side” si apre con The Lucky Winner. Il brano, alternativo e dal taglio gradevolmente anni novanta, sottolinea i suoi cambi con un’ azzeccatissimo synth dal retrogusto quasi wave. Tra Eleaonor Rigby e The Happiest Day Of Our Lives spicca Sweet Deborah che si risolve in uno stupendo ritornello alla Big Star. In Pictures of years gone by AmericaJefferson Airplane si incontrano per mostrarci il lato più west coast e sixties del gruppo. St. George incastona un funk hendrixiano dentro suggestioni care a Squeeze ed XTC. Lord Of The Flies è la mia preferita del lotto. Immagino Elvis Costello alle prese con l’ Overture di “Tommy” degli Who. Infatti il brano finisce proprio strizzando l’ occhio a My Generation. Never Ending Sunday, con il suo sapore anni sessanta, sposa Kinks a Cockney Rebels chiudendo un lavoro veramente entusiasmante.

Conclusioni

I Senzabenza affrontano un dilemma che hanno risolto oramai da anni, ovvero far convivere le proprie due anime in perfetta armonia. La cosa strabiliante è quanto la proposta di questo gruppo sia unica ed allo stesso tempo efficace. Una band il cui sound non ha nulla da invidiare alle più consolidate realtà straniere.

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