Black Halos

A casa Black Halos l’ oscurità raddoppia con “How The Darkness Doubled“. La band canadese rientra in gioco dopo quasi quindici anni di silenzio. Rich Jones si è finalmente ritrovato con Billy Hopeless e Jay Millette. Quasi subito quello che in tanti ci auguravamo è successo. Si sono riuniti i Black Halos. Molto presto una manciata di singoli ed ep si sono trasformati in un album.

Il disco

Ricapitoliamo: abbiamo tre terzi della band originale, mentre Danni Action e John Kerns recitano il ruolo della proverbiale carne fresca. Ci sono undici nuovi brani ed una cover, la band suona in forma e la produzione funziona. Dave Draper (The Wildhearts, The Professionals) sa decisamente il fatto suo e riesce a far suonare il punk dei Black Halos veramente rock and roll.

History of Violence ci lascia uno squisito retrogusto di “We Have Come For Your Children“. Tenement Kids è il primo singolo dell’ album, Michael Monroe incontra i DGeneration, il risultato è notevole. Uncommonwealth non sfigurerebbe assolutamente nella discografia dei D.O.A. Forget Me Knot potrebbe essere un sentito tributo al recentemente scomparso Sylvain Sylvain, un brano che sembra scritto da lui in persona.

Better Days è il secondo singolo del disco e stavolta gli Halos cucinano Monroe con la loro salsa e servono in tavola. You Can’t Take Back The Night vi farà scendere una lacrima lungo le guance esattamente come succedeva ai tempi di No Tomorrow Girls. Even Hell Is Looking Down è ancora farina degli Halos e che piacere risentirli. All My Friends Are Like Drugs suona come un pezzo rimasto inedito dai giorni solisti di Stiv Bators.

Ready To Snap è una cover dei Wanderers di Bators e Parsons, duettata per l’occasione proprio col già citato Monroe, una scelta d’autore. Frankie Come Home continua a picchiarmi in testa con quel suo “… So leave on the light”. La malinconicissima Ain’t No Good Time To Say Goodbye mi ha ricordato da vicino certe cose del migliore Sonny Vincent. Chiude il disco A Positive Note ed è il momento di liberare tutte le energie rimaste in un crescendo punk rock.

Conclusioni

Le abituali coordinate che incoronavano i canadesi come i Dead Boys della nuova ondata rock di fine millennio non sono cambiate. Complessivamente l’intenzione rock and roll che li accomunava a band come Supersuckers, Yo-Yo’s, Backyard Babies è ancora presente. Il vibe dei pezzi invece suona spesso inedito, più solare, forse un pelo meno arrabbiato ma squisitamente melodico.

Le collaborazioni di Rich con Monroe, Ginger, Loyalties, Dogs D’Amour e tutti gl’ altri hanno arricchito ulteriormente la proposta degli Halos. Billy Hopeless e la sua voce di pura carta vetrata si cimenta in aperture ancora più melodiche del solito. Gli intelligentissimi botta e risposta tra cori e voce principale del passato lasciano campo libero a Billy che canta tutto d’un fiato. Go Billy Go!

A casa Black Halos l’ oscurità raddoppia con la passione che il quintetto ha sempre messo in ogni sua uscita. Incrociamo le dita e speriamo di vederli presto dal vivo.

Link Utili

https://linktr.ee/theblackhalos