Perfectly Imperfect ecco Chip Z’Nuff ce le canta di santa ragione. Rimasto ormai solo al timone degli Enuff Z’Nuff, Chip si divide tra la sua band madre, partecipazioni, ospitate ed una carriera solista.
Questo secondo capitolo firmato Frontiers arriva a sette anni dal debutto Strange Time.
Chip non è assolutamente un novellino. Infatti nel disco lo vediamo ricoprire i ruoli di autore, arrangiatore, produttore, polistrumentista e ovviamente cantante. Il bassista presenta otto nuovi brani, un’ intro strumentale ed una cover. Allo stesso modo anche la lista degli ospiti é degna di nota: Steven Adler (Guns ‘N Roses etc.), Daxx Neilsen (Cheap Trick), Joel Hoekstra (Whitesnake etc.) e Daniel Hill (Enuff Z’Nuff).
Il disco
La ricetta non è assolutamente dissimile da quella a cui ci hanno abituati gli Enuff Z’Nuff. Beatles, Cheap Trick, Wings incontrano Big Star e Dwight Twilley Band. Difatti il bagaglio da cui il monello della Windy City attinge a piene mani rimane sostanzialmente lo stesso. A queste solide fondamenta viene aggiunto un velo di quella scena alternativa che predata l’avvento del grunge. Scelta già operata in passato anche dagli Enuff e sempre perfettamente in linea con la propria identità.
Quello che ne risulta é che, nonostante l’artista sia identificato con gli anni ottanta, si qualifica prima di tutto come ottimo autore che trascende ampiamente il decennio di provenienza. Ugualmente tutto ciò è sottolineato anche dai testi che spesso presentano profonde riflessioni sul nostro presente e successivamente appaiati con melodie leggere ed orecchiabili.
Irresistibili “Welcome To The Party” e “Heaven In A Bottle” entrambe a ragione scelte come singoli. Inoltre si distinguono anche “Roll On” e “3 Way” che vi faranno battere il piedino senza nemmeno ve ne accorgiate. Interessante anche al rivisitazione di “Honaloochie Boogie” dei Mott The Hoople che perde il glitter e il glamour a favore di un vibe assolutamente in linea con il nostro presente.
Perfectly Imperfect è dunque un’ ottima prova per Chip. La domanda che rimane è quanto ancora questi pezzi avrebbero potuto guadagnare dalla presenza di Donnie Vie. Continuiamo ad incrociare le dita per una tempestiva reunion.
Chip Z’Nuff
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