L’amore che lega The White Buffalo all’Italia è ormai consolidato e ne è la prova il fatto che per tre anni di seguito i suoi concerti hanno raggiunto il sold out. Anche questa blogger è stata presente tre volte su tre. Quello che regala Jake Smith è sempre qualcosa di unico.
E’ il 25 Ottobre e il Viper Club di Firenze è in trepidante attesa. Grazie all’impeccabile organizzazione alle 20.15 in punto L.A. Edwards salgono sul palco. Non capita di frequente di trovare una band dove ben tre fratelli condividono la loro musica, anche abbastanza egregiamente!
E’ infatti una sorpresa scoprire quanta strada hanno fatto dai tempi in cui a soli 16 anni Luke Andrew Edwards abbandona la scuola per dedicarsi alla musica. Il passo è davvero breve prima che anche i fratelli Jay (chitarra) e Jerry (batteria) si uniscano alla band completata poi dal tastierista Landon Pigg e il bassista Jesse Dorman. Una combo che piace moltissimo agli Headliners della serata e viceversa, tanto che in un post Jerry chiama scherzosamente “Dad” il nostro Bisonte Bianco.
Ma biografie a parte, la loro musica ci piace davvero un sacco, così come al pubblico in sala che concerto dopo concerto sembra apprezzare sempre di più il loro sound tra folk e rock. Credo siano in molti a chiedersi dove li porterà la loro carriera, se sarano per sempre il gruppo spalla di The White Buffalo o se un giorno prenderanno il volo lasciando il nido sicuro. I presupposti ci sono davvero tutti.
L.A. Edwards Setlist
1 – Die I Die.
2 – Louisiana.
3 – Comin’ Around.
4 – Don’t Know Better.
5 – Hi Rite Now!
6 – Now You Know.
7 – Already Gone.
8 – Just Forget It.
9 – Let It Out.
The White Buffalo
Che la serata fosse speciale si avvertiva già dall’inizio con l’annuncio del sold out. Ma anche per l’incredibile attesa di questa prima data italiana che nei giorni precedenti ha alimentato post e storie dei followers sui social. Inoltre stasera c’è un’altra ragione per festeggiare.
Voglio raccontarvi tutto dall’inizio, dal momento in cui il palco si illumina e Jake suona le prime note di Whish it was True. Inutile dire che i battiti cardiaci di tutti i presenti sono saliti allineandosi sui 180 bpm, al limite del cardiopalmo insomma.
E’ l’ennesima prova; l’Italia ama The White Buffalo e The White Buffalo ama l’Italia. Infatti sono ben due i compleanni che hanno festeggiato sul palco del nostro bel Paese. Lo scorso anno al The Cage Livorno è stato proprio Jake a godersi il coro di auguri. Stavolta invece il fuori programma coinvolge il bassista Matt Lynott.
Dopo i primi brani, Smith ferma lo show e i fotografi nel Pit e annuncia il compleanno del suo amico e fratello di palco incitando il pubblico con un “happy birthday”. Dopo l’abbraccio sul palco il concerto prosegue con i brani che hanno reso famoso questo progetto. Difficile dare una definizione del suo genere, un rock contaminato di blues a tratti folk.
E’ innegabile, la capacità espressiva di The White Buffalo è senza dubbio la chiave del suo successo. Non c’è stato un solo brano che non sia stato cantato, ballato e vissuto. Arriviamo alla fine e quando vediamo sparire dietro le quinte la band, sappiamo che non è finita davvero. Infatti abbiamo ancora tre brani tutti per noi prima di lasciare la sala e tornare a casa. Confesso che spesso è difficile realizzare un report quando la band ti coinvolge così tanto, ma del resto, lo sapete che Rock My Life è una rivista non convenzionale. Io stessa sono una di voi in mezzo a voi!
Anche questa volta, il nostro cuore l’abbiamo lasciato sul palco. A presto Jake.
The White Buffalo Setlist
Wish it was true.
Love song #1.
Kingdom for a fool.
Set my body free.
This year.
Into the sun.
House of the rising sun (cover).
Sycamore.
C’mon come up.
Come join the murder.
BB guns & dirt bikes.
OH darling what have I done.
The Highwayman (cover).
Last call to heaven.
Stunt driver.
I got you.
The whistler.
Pilot.
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