Rock star

Si parla spesso del Club dei 27 ma il triste mietitore non ha risparmiato nel corso degli anni rock star segnate probabilmente da un tragico destino. Come accade spesso però, alcuni incidenti vengono insabbiati o si tende a dimenticare in fretta perche si sa, The show must go on!

Ma è vero anche che alcune note continuano a suonare forte, sia frai compagni di band ancora in vita sia sotto la puntina del nostro giradischi. Allora perché non ricordare quei nomi scolpiti sul vinile e sulle nostre borchie?

Keith Relf

Il 14 maggio 1976 perdeva la vita Keith Relf, conosciuto come uno dei fondatori degli Yardbirds. Il chitarrista, cantante e armonicista, nato in un ricco quartiere londinese sulle rive del Tamigi, aveva solo 33 anni quando incontrò la sua tragica morte, che sfregiò la sua propensione artistica per il folk.

La sua penna firmò diversi testi degli Yarbirds ed è sua la prima voce solista di Dazed And Confused, poi rielaborata dai futuri Led Zeppelin. Ma fu proprio la musica a tradirlo. In una delle sue sessioni di chitarra elettrica domestiche, l’artista rimase fulminato dal suo stesso strumento. La leggenda narra che lo stesse suonando in una vasca da bagno, ma i dettagli sono avvolti dal mistero.

Nicholas “Razzle” Dingley

Chiunque conosca la biografia dei Mötley Crüe si sarà imbattuto in questo tragico incidente che ha coinvolto il frontman, Vince Neil. Era una sera del 1984 e la band sfrenata e patinata aveva dato una festa con diversi ospiti, tra cui il gruppo glam rock finlandese degli Hanoi Rocks.

Mentre Mick Mars vagheggiava ubriaco sulla spiaggia, rischiando di affogare, Neil e il batterista degli Hanoi, Razzle, si erano lanciati sulla Ford Pantera rosso fuoco del biondo cantante per comprare altro alcool.

L’oscurità notturna, la distrazione e l’ubriachezza di Neil hanno condotto a un violento incidente, dove sono rimaste paralizzate le due persone dell’auto contro cui si è scontrata la Ford. A pagare il prezzo più caro è stato però Razzle, morto sul colpo. Un demone ancora vivo e dilaniante per Neil.

Randy Rhoads

Anche Ozzy Osbourne non potrà mai dimenticare il terribile incidente che coinvolse il suo amico e chitarrista Randy Rhoads, nel 1982. Questa volta, a giocare a carte con la morte non è una macchina di lusso, ma un piccolo aereo.

Tutto avvenne a Leesburg, in Florida, vicino all’abitazione dell’autista del bus di viaggio Andrew Aycock. Durante il Diary Of A Madman Tour mentre Ozzy, sua moglie Sharon e parte della crew riposavano nel bus, Aycock convinse Rhoads a fare un giro sul suo aereo.

Peccato che poi gli venne l’idea di far spaventare gli altri sorvolando a pelo sul bus per destarli con il il roboante rumore. L’aereo però colpì il veicolo e poi si schiantò con un albero, decretando la fine della luminosa carriera del chitarrista.

Dennis Wilson

L’affascinante batterista dei Beach Boys era l’unico della band a sapere davvero domare le onde con la sua tavola da surf. Il mare era per lui un idilliaco luogo di rifugio tanto che, all’inizio degli anni Ottanta, rimasto senza casa, viveva sulla sua amata barca Harmony, che presto avrebbe dovuto vendere per i debiti.

Lì aveva tutti i suoi tesori, tra cui anche fotografie e cimeli della burrascosa relazione con la moglie Karen Lamm. Si racconta che una sera di dicembre del 1983, dopo aver gettato diversi oggetti cari in mare, Wilson, completamente ubriaco, abbia vaneggiato di voler recuperare un tesoro sottomarino. Così si è tuffato per tre volte nel gelido oceano, riemergendo con i suoi tesori. Tuttavia, la terza volta, non è più riemerso, risucchiato in eterno dal mare tanto amato.

Jaco Pastorius

Uno dei più talentuosi e brillanti bassisti, Jaco Pastorius, ha incontrato una violenta e inaspettata morte nel 1987. Quella sera era a un concerto di Carlos Santana al Sunrise Munic Theatre di Fort Lauderdale, Florida.

In scena, un assolo di basso di Alphonso Johnson, tanto bello che Pastorius volle celebrarlo salendo sul palco e alzando il braccio al musicista, come per il vincitore sul ring. Tuttavia non venne riconosciuto dalla security, che lo cacciò dal concerto, costringendolo a rifugiarsi in un bar vicino, il Midnight Bottle Club.

Qui tuttavia gli venne negato l’ingresso a causa dell’accentuato stato di ebbrezza. Ne derivò una lite accesa con il bodyguard, Luc Havan, rifugiato vietnamita abile con le arti marziali. Forse troppo. I suoi colpi spinsero Pastorius a terra, fratturandogli il cranio. Poco dopo, la morte cerebrale.

Ian Curtis

Chiudiamo con la sofferta scomparsa del frontman dei Joy Division che, il 18 maggio 1980, a soli 23 anni, si tolse la vita nella sua residenza di Macclesfield. L’artista soffriva di epilessia fotosensibile, che a volte sfociava in improvvisi attacchi sul palco e, negli ultimi tempi anche di depressione.

Questa probabilmente era accentutata dalla sua fragile condizione e dal rapporto turbolento con la moglie Deborah. Si dice che prima di impiccarsi, il giovane artista guardò il tragico La ballata di Stroszek(1977) di Werner Herzog e ascoltò THE IDIOT(1977) di Iggy Pop. Poco dopo la sua morte sarebbe uscito uno degli album più celebri della band, CLOSER.

Per approfondire: Rock star – morti celebri

https://it.wikipedia.org/wiki/The_Yardbirds

https://en.wikipedia.org/wiki/Hanoi_Rocks

https://en.wikipedia.org/wiki/Randy_Rhoads

https://en.wikipedia.org/wiki/The_Beach_Boys

https://en.wikipedia.org/wiki/Jaco_Pastorius

https://en.wikipedia.org/wiki/Joy_Division